martedì 1 luglio 2008

Comunicato di chiarificazione di Psicologi per i Popoli rispetto alla questione "Emergenza Rifiuti"

Questo comunicato viene emesso in risposta alle recenti notizie a stampa, gravemente travisanti, sull'attività che l'associazione di volontariato Psicologi per i Popoli dovrebbe condurre nei prossimi mesi a Napoli, alle altre 25 grandi Associazioni di Volontariato attivate dalla Protezione Civile Nazionale.

Il presente comunicato ci è sembrato necessario per chiarire meglio alcuni punti di tali notizie, che, per come sono state diffuse senza verifica, riportano una distorsione grave
del reale senso o finalità dell'intervento ipotizzato.

Ci lasciano anche stupiti alcune imprecisioni e "spettacolarizzazioni ironiche" presenti in alcuni articoli a stampa, senza che i media stessi abbiano preventivamente cercato almeno un breve riscontro presso di noi, per verificare i dati riportati.
"Spettacolarizzazioni" ed ironie forse fuori luogo, data la situazione in cui versa il territorio di Napoli (e che molti dei nostri volontari conoscono bene,
essendo appunto campani...), ed imprecisioni che trasformano il senso del nostro intervento proprio nel suo opposto.

Vorremmo quindi chiarire alcune delle più marcate imprecisioni circolanti, che, se prese per vere, fuorviano pesantemente la situazione in essere:

1) Cosa è Psicologi per i Popoli ?

Psicologi per i Popoli-Federazione, che raccoglie in undici regioni (del Centro Nord
e del Sud, Sicilia compresa), 13 associazioni autonome di volontariato di Protezione Civile e due associazioni per la Cooperazione e lo Sviluppo, è iscritta nell’elenco delle Organizzazioni Nazionali del Volontariato di Protezione Civile, ed è perciò attivabile a diretta e discrezionale decisione dal Dipartimento di Protezione Civile.
E' quindi nostro preciso impegno rispondere alle richieste del Dipartimento, ogni qual volta questo lo ritenga necessario per un’operazione a favore di popolazioni colpite da gravi emergenze, siano queste del Nord, come del Centro e del Sud Italia.

Nella situazione contingente, Psicologi per i Popoli ha emesso un Appello
Nazionale ai colleghi volontari.
Non del nord, non del centro, non del sud. Di tutta Italia.

Appello Nazionale, rivolto agli psicologi di tutta Italia, a partire dalla stessa Campania.

2) Nord contro Sud ?

Non si tratta quindi certo di una "mobilitazione di psicologi del Nord" che vanno al Sud.

Il Sole 24 Ore ha commesso un grave errore giornalistico, cui poi gli altri media si sono accodati senza verificarlo, omettendo di indicare un'informazione essenziale: i Volontari di Protezione Civile dell'Associazione Psicologi per i Popoli provengono infatti da TUTTE le Regioni italiane, del Nord, del Centro e del Sud.

Omettere questo dettaglio è informativamente grave, perchè un'Associazione nazionale di cui molti volontari vengono proprio dal Sud viene caricaturalmente trasformata in una "forza di spedizione settentrionale", cosa che non è, e non è ovviamente mai stata.

I colleghi volontari coordinati dall'Associazione vengono dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Puglia, dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Val d'Aosta, dal Lazio, dal Molise, dalla Basilicata, dalla Sardegna....
e la maggior parte delle disponibilità di volontari psicologi in via di raccolta per questo intervento sono proprio del Sud, a partire dalla stessa Campania (i cui psicologi stanno rispondendo in questi giorni, in ottica di volontariato, con una mobilitazione solidale davvero significativa e di grandi dimensioni).

La parodistica rappresentazione degli "psicologi settentrionali" che in stile "garibaldino" vanno a "psicoanalizzare" i Napoletani è, appunto, una parodia surreale ed offensiva per tutti, che non corrisponde, nemmeno lontanamente, alla realtà dei fatti.
Sono gli psicologi-volontari di Protezione Civile Italiani, a partire dalla stessa Campania e dalle altre regioni del Sud, che si mobilitano solidaristicamente e volontariamente per dare un loro piccolo contributo al territorio locale. Senza differenza alcuna di Regioni, appartenenze politiche, o altro tipo.

3) Cosa fanno veramente gli psicologi in situazioni di crisi sanitaria ed ambientale ?

E' molto diffusa, nella nostra società, l'abitudine di ritenere che lo psicologo "psicoanalizza", fa "terapia", va in giro con un lettino su cui far stendere "pazienti" e farli parlare a lungo, o cose di questo genere.

Si tratta però di uno stereotipo, pur molto forte e persistente, ma di solito completamente errato. Lo psicologo non necessariamente lavora con "pazienti", o fa "terapia": quello è invece lo psicoterapeuta o lo psicoanalista, che sono tutt'altre figure professionali, ben differenti dallo psicologo.
Si tratta di una distinzione fondamentale, da cui derivano molte conseguenze.

Lo psicologo è in realtà un professionista che si occupa anche e soprattutto di aspetti sociali, relazionali e di supporto sociale in senso lato, approfondendo temi come la comunicazione; lo studio degli atteggiamenti e delle aspettative sociali; i gruppi; la formazione; le dinamiche delle grandi organizzazioni; gli interventi di comunità.... proprio poco di "clinico" o "patologico", quindi.

Molti psicologi non hanno "mai visto un paziente" in vita loro, perchè si occupano di tutt'altro; ed è perfino scorretto usare termini come "pazienti", "terapia" o altro se si sta parlando dell'operato di uno psicologo sociale, come in questo caso.

Da decenni, in moltissimi paesi del mondo è considerato semplicemente di routine l'inquadrare nelle operazioni di gestione delle crisi (ambientali, sanitarie, legate a disastri o incidenti di vario tipo, etc..) proprio nuclei di sociologi, psicologi, operatori esperti di formazione, etc., che lavorano abitualmente a fianco degli altri professionisti dell'emergenza, quali gli ingegneri, gli architetti, i medici, i geologi.
Gli psicologi sono cioè solo una delle tante pedine operative di un ampio sistema di supporto nazionale, che si attiva in situazioni di crisi territoriale a favore dell'area colpita, su attività operative che spesso non hanno assolutamente nulla a che fare con "patologie", "malattie" o "pazienti".... come in questo caso.

In questo caso, l'ottica dell'intervento nazionale è finalizzata a migliorare la gestione sociale del territorio e puntare progressivamente su un fortissimo coinvolgimento delle comunità locali, del volontariato campano, delle parti sane e vive della società civile di Napoli e del suo hinterland.
Questo tramite l'attivazione di tutto il sistema di volontariato nazionale di protezione civile, a supporto diretto quello locale.

E' per questo che è stato attivato anche il volontariato locale, prima interfaccia per il supporto alle comunità locali nella gestione del territorio.
Ma come in ogni grande emergenza o crisi territoriale di questo paese, la logica normale degli interventi di protezione civile consiste appunto nell'integrare (
integrare, non sostituire) il volontariato locale con gruppi di concittadini volontari di altre regioni, che supplementano e danno "rinforzi quantitativi" ai volontari locali nel periodo di gestione dell'emergenza.

E' avvenuto così in ogni emergenza degli ultimi anni in tutta Italia; ed ogni volta che vi è un'emergenza in una regione (che sia al nord, al centro, o al sud questo non ha mai avuto alcuna rilevanza), i volontari e le colonne mobili di protezione civile di tutta Italia arrivano a dare una mano ai gruppi locali.
Non solo non vi è nulla di strano, ma è anzi il normale funzionamento della protezione civile nazionale.
E, più ampiamente, è un fondamentale concetto di collaborazione e solidarietà tra cittadini italiani; collaborazione solidale che in emergenza viene prima di qualunque differenza professionale, regionale, o di appartenenza politica, socioeconomica o di altro tipo.

In Friuli, nel 1976, i volontari della Campania sono accorsi in forze ad aiutare i concittadini friulani, ed hanno spalato fango fianco a fianco con i volontari lombardi, friulani o siciliani; a Sarno, nel 1998, i volontari friuliani o veneti sono accorsi ad aiutare i colleghi campani, ed hanno di nuovo lavorato fianco a fianco, spalando fango. A San Giuliano, dopo il terremoto del 2002, le colonne mobili ed i volontari di tutte le associazioni d'Italia, indifferentemente dalla Val d'Aosta alla Sicilia, hanno aiutato la popolazione molisana, costruendo campi, mettendo in sicurezza le comunità locali, sostenendo i gruppi locali nella gestione della crisi.
Nessuno, ovviamente, ha mai trovato nulla di strano in tutto questo... semplicemente perchè è normale che sia così.
Le crisi e le emergenze sono un problema di tutti, anche di chi non le subisce direttamente. O almeno, per noi volontari di Protezione Civile (psicologi, medici, o avvocati che si sia...) è sempre stato così.

4) Psicologi o Volontari ?

Altro punto importante: gli psicologi che hanno dato la disponibilità,
non vengono giù in quanto "psicologi professionisti", ma semplicemente in quanto normali "volontari di protezione civile"; volontari che hanno pure una competenza psicosociale, di comunicazione e di formazione.

Esattamente come è prevista l'attivazione degli Alpini dell'ANA, che non si muovono in quanto "ex-Soldati", ma in quanto volontari di protezione civile con speciale competenza logistica ed operativa; o come i volontari - Medici , che non verrebbero a Napoli per "colonizzare alcunchè" (!), ma, in quanto volontari esperti di questioni sanitarie e assistenziali, per dare una mano al sistema di volontariato locale durante l'aumentato carico di lavoro dei mesi estivi.
E così via.
Gli psicologi,
esperti di comunicazione, formazione e gestione organizzativa, si muovono con la stessa logica.
Sono attivate associazioni nazionali di volontariato, ciascuna che si muove in quanto "volontariato nazionale" che porta un piccolo contributo al volontariato locale ed alla società civile, f
ornendo semplicemente - per solidarietà e per qualche mese - forze aggiuntive ad integrazione di quelle già presenti sul territorio. Tutto qui.

Nessuno dei volontari, per sfatare un mito, prende soldi, medagliette, o chissà cosa per il suo impegno.
Senza quell'articolo del Sole 24 Ore, anzi, non si sarebbe nemmeno forse saputo che c'erano volontari-psicologi in mezzo alle altre migliaia di volontari ingegneri, architetti, medici o geologi di tutta Italia.

Quello di cui si sta parlando è di diverse centinaia di concittadini di tutta Italia che, oltre ad essere psicologi, fanno magari da anni i volontari di protezione civile; e che quest'estate, al posto di andarsene in ferie, e senza guadagnarci nulla vanno (o rimangono) a Napoli in pieno agosto, a lavorare gratis per giorni, a supporto diretto della società civile locale.
Molte delle lettere che ci stanno arrivano dai colleghi sono appunto rinfrancanti, proprio perchè la parola "impegno" e "solidarietà" sono quelle più frequenti nel testo delle candidature...

5) Quanti Volontari-Psicologi, e con chi ?

Si è parlato di 300 volontari psicologi. Apparentemente, un’armata. Ma i 300 psicologi sono il totale ipotizzato per tutto il territorio (10 municipalità), ulteriormente suddivisi per 10-12 turni settimanali. Quindi, si parla orientativamente di 3 (tre !) psicologi a municipalità, che lavorerebbero congiuntamente ed "immersi" in mezzo alle altre centinaia di volontari delle grandi associazioni nazionali di Protezione Civile attivate contestualmente dal Dipartimento.



6) I volontari nazionali (tra cui gli psicologi) risolveranno magicamente da soli i problemi strutturali della situazione ?

Evidentemente no, anche solo pensarlo è irrealistico.
La situazione dell'emergenza è estremamente ampia, complessa, legata a molte variabili, e va ovviamente aldilà di quanto alcune centinaia di psicologi, o medici, o geologi volontari che siano potrebbero mai fare da soli.
Il volontariato nazionale è però una delle varie, numerose ed importanti risorse di solidarietà che la società mette in campo in questa situazione, e che, nel quadro di un sistema più ampio, può magari dare un contributo, piccolo ma forse almeno parzialmente utile, per aiutare il territorio negli sforzi tesi alla progressiva risoluzione dell'emergenza.
Questo è il nostro proposito come volontari, ed il nostro progetto d'impegno.

Sinceramente, speriamo che questo comunicato abbia potuto chiarire un pò il senso reale dell'iniziativa, che alcuni articoli a stampa
hanno davvero travisato pesantemente.

Rimaniamo - davvero - a vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento, commento o feedback sulla questione;
come Associazione di volontariato lavoriamo da anni in molte situazioni in cui il contatto diretto col territorio, e con le sue forze più sane e costruttive, è l'unica via possibile per dare un contributo utile.
Questa dell'emergenza rifiuti è, in pieno, una di queste situazioni, e lo sappiamo bene.

Un saluto cordiale a tutti,
Psicologi per i Popoli - Federazione

domenica 1 giugno 2008

Psicologi per i Popoli - Psicologi Volontari

Blog di Coordinamento per le attività degli psicologi volontari organizzati da Psicologi per i Popoli - Federazione, in merito alla gestione emergenza psicosociale.